Dopo il successo di , il romanzo ispirato alla ricostruzione storica fatta da Enzo Di Natali sull'attentato al Vescovo di Agrigento mons. Peruzzo, Enzo Di Natali suggerì a Camilleri, in un amichevole incontro a Porto Empedocle, di scrivere un altro racconto con un fondamento storico: la dolorosa vicenda di un Vescovo accusato falsamente da alcune Suore di abusi, sotto istigazione e ricatto di un gerarca fascista che davvero ne fece abuso. La trama piacque a Camilleri e prima di rispondere ebbe un momento di silenzio interpretato da Di Natali come accettazione, quando, improvvisamente, Camilleri, con la sua voce rauca rispose: ti rispondo come mi rispose quando gli proposi di scrivere il romanzo . No, lo scrivi tu! E così io dico a te!. Enzo Di Natali, dopo molto tempo, obbedì al comando di Andrea Camilleri, scrivendo in cui emerge l'inspiegabile rinunzia del Vescovo alla difesa, la sua riduzione a semplice prete confinato, l'isolamento e la povertà. Dopo trent'anni, finito il fascismo, alle porte del Concilio Vaticano II, le Suore ritrattarono tutto. Papa Giovanni XXIII ridiede le insegne episcopali, ma rimase l'enigma del suo muto silenzio. Perché non si difese? In modo sorprendente, nello spirito dell'ubbidienza al Romano Pontefice, il Vescovo rivela al Papa la motivazione che, diversamente, avrebbe portato con sé fino alla tomba.