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Il teatro delle Macchine Pensanti: 10 falsi miti sull'intelligenza artificiale e come superarli
Barnes and Noble
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Il teatro delle Macchine Pensanti: 10 falsi miti sull'intelligenza artificiale e come superarli in Chattanooga, TN
Current price: $24.66

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Il teatro delle Macchine Pensanti: 10 falsi miti sull'intelligenza artificiale e come superarli in Chattanooga, TN
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Size: Paperback
Nel Teatro delle Macchine Pensanti, va in scena uno degli spettacoli più affascinanti - e fraintesi - del nostro tempo: quello dell'intelligenza artificiale.
Dietro la promessa di macchine sempre più intelligenti si cela un intreccio di narrazioni, paure, aspettative e proiezioni. Spesso affascinante, talvolta inquietante, l'IA viene presentata come oracolo infallibile o come minaccia imminente. Ma ciò che vediamo sul palco è davvero ciò che è? O siamo noi a scrivere inconsapevolmente la sceneggiatura?
Con uno stile chiaro, accessibile e mai banale,
Stefano Epifani
accompagna il lettore attraverso dieci capitoli, ciascuno dedicato a un
falso mito
sull'intelligenza artificiale. Si parte da credenze diffuse - come l'idea che l'IA sia davvero intelligente, imparziale o infallibile - per arrivare a temi più sottili, come l'illusione di un'etica algoritmica o il timore che le macchine ci sostituiscano sul lavoro.
Ogni capitolo si apre con una breve storia: uno scenario quotidiano, familiare, che serve da spunto per un'analisi più ampia, capace di connettere informatica, filosofia, sociologia, psicologia, economia e scienze cognitive. Non si tratta di un manuale tecnico, ma di uno strumento critico per orientarsi nel dibattito contemporaneo, adatto sia a chi lavora con la tecnologia, sia a chi ne subisce gli effetti e desidera comprenderli.
Tra rigore e leggerezza, il libro decostruisce semplificazioni, suggerisce nuove prospettive, stimola domande. Senza offrire facili risposte, invita a riflettere sul modo in cui raccontiamo l'IA - e su quanto quelle narrazioni influenzino le nostre scelte, le nostre paure, il nostro futuro.
In un tempo in cui la tecnologia ridisegna ruoli, linguaggi e poteri, la vera questione non è se le macchine diventeranno intelligenti, ma se noi saremo abbastanza consapevoli da governarle. Perché, in fondo, nel teatro delle macchine pensanti, il copione non è ancora scritto.
Dietro la promessa di macchine sempre più intelligenti si cela un intreccio di narrazioni, paure, aspettative e proiezioni. Spesso affascinante, talvolta inquietante, l'IA viene presentata come oracolo infallibile o come minaccia imminente. Ma ciò che vediamo sul palco è davvero ciò che è? O siamo noi a scrivere inconsapevolmente la sceneggiatura?
Con uno stile chiaro, accessibile e mai banale,
Stefano Epifani
accompagna il lettore attraverso dieci capitoli, ciascuno dedicato a un
falso mito
sull'intelligenza artificiale. Si parte da credenze diffuse - come l'idea che l'IA sia davvero intelligente, imparziale o infallibile - per arrivare a temi più sottili, come l'illusione di un'etica algoritmica o il timore che le macchine ci sostituiscano sul lavoro.
Ogni capitolo si apre con una breve storia: uno scenario quotidiano, familiare, che serve da spunto per un'analisi più ampia, capace di connettere informatica, filosofia, sociologia, psicologia, economia e scienze cognitive. Non si tratta di un manuale tecnico, ma di uno strumento critico per orientarsi nel dibattito contemporaneo, adatto sia a chi lavora con la tecnologia, sia a chi ne subisce gli effetti e desidera comprenderli.
Tra rigore e leggerezza, il libro decostruisce semplificazioni, suggerisce nuove prospettive, stimola domande. Senza offrire facili risposte, invita a riflettere sul modo in cui raccontiamo l'IA - e su quanto quelle narrazioni influenzino le nostre scelte, le nostre paure, il nostro futuro.
In un tempo in cui la tecnologia ridisegna ruoli, linguaggi e poteri, la vera questione non è se le macchine diventeranno intelligenti, ma se noi saremo abbastanza consapevoli da governarle. Perché, in fondo, nel teatro delle macchine pensanti, il copione non è ancora scritto.
Nel Teatro delle Macchine Pensanti, va in scena uno degli spettacoli più affascinanti - e fraintesi - del nostro tempo: quello dell'intelligenza artificiale.
Dietro la promessa di macchine sempre più intelligenti si cela un intreccio di narrazioni, paure, aspettative e proiezioni. Spesso affascinante, talvolta inquietante, l'IA viene presentata come oracolo infallibile o come minaccia imminente. Ma ciò che vediamo sul palco è davvero ciò che è? O siamo noi a scrivere inconsapevolmente la sceneggiatura?
Con uno stile chiaro, accessibile e mai banale,
Stefano Epifani
accompagna il lettore attraverso dieci capitoli, ciascuno dedicato a un
falso mito
sull'intelligenza artificiale. Si parte da credenze diffuse - come l'idea che l'IA sia davvero intelligente, imparziale o infallibile - per arrivare a temi più sottili, come l'illusione di un'etica algoritmica o il timore che le macchine ci sostituiscano sul lavoro.
Ogni capitolo si apre con una breve storia: uno scenario quotidiano, familiare, che serve da spunto per un'analisi più ampia, capace di connettere informatica, filosofia, sociologia, psicologia, economia e scienze cognitive. Non si tratta di un manuale tecnico, ma di uno strumento critico per orientarsi nel dibattito contemporaneo, adatto sia a chi lavora con la tecnologia, sia a chi ne subisce gli effetti e desidera comprenderli.
Tra rigore e leggerezza, il libro decostruisce semplificazioni, suggerisce nuove prospettive, stimola domande. Senza offrire facili risposte, invita a riflettere sul modo in cui raccontiamo l'IA - e su quanto quelle narrazioni influenzino le nostre scelte, le nostre paure, il nostro futuro.
In un tempo in cui la tecnologia ridisegna ruoli, linguaggi e poteri, la vera questione non è se le macchine diventeranno intelligenti, ma se noi saremo abbastanza consapevoli da governarle. Perché, in fondo, nel teatro delle macchine pensanti, il copione non è ancora scritto.
Dietro la promessa di macchine sempre più intelligenti si cela un intreccio di narrazioni, paure, aspettative e proiezioni. Spesso affascinante, talvolta inquietante, l'IA viene presentata come oracolo infallibile o come minaccia imminente. Ma ciò che vediamo sul palco è davvero ciò che è? O siamo noi a scrivere inconsapevolmente la sceneggiatura?
Con uno stile chiaro, accessibile e mai banale,
Stefano Epifani
accompagna il lettore attraverso dieci capitoli, ciascuno dedicato a un
falso mito
sull'intelligenza artificiale. Si parte da credenze diffuse - come l'idea che l'IA sia davvero intelligente, imparziale o infallibile - per arrivare a temi più sottili, come l'illusione di un'etica algoritmica o il timore che le macchine ci sostituiscano sul lavoro.
Ogni capitolo si apre con una breve storia: uno scenario quotidiano, familiare, che serve da spunto per un'analisi più ampia, capace di connettere informatica, filosofia, sociologia, psicologia, economia e scienze cognitive. Non si tratta di un manuale tecnico, ma di uno strumento critico per orientarsi nel dibattito contemporaneo, adatto sia a chi lavora con la tecnologia, sia a chi ne subisce gli effetti e desidera comprenderli.
Tra rigore e leggerezza, il libro decostruisce semplificazioni, suggerisce nuove prospettive, stimola domande. Senza offrire facili risposte, invita a riflettere sul modo in cui raccontiamo l'IA - e su quanto quelle narrazioni influenzino le nostre scelte, le nostre paure, il nostro futuro.
In un tempo in cui la tecnologia ridisegna ruoli, linguaggi e poteri, la vera questione non è se le macchine diventeranno intelligenti, ma se noi saremo abbastanza consapevoli da governarle. Perché, in fondo, nel teatro delle macchine pensanti, il copione non è ancora scritto.

















